Un brutto giorno mente appena albeggiava, ma già nel quartiere si sentivano rumori di vita varia, il signor Coso fu svegliato da forti dolori al ventre.
Già da qualche settimana aveva notato una discreta perdita di peso e questa cosa gli aveva fatto piacere, anche se non se la spiegava giacché continuava a mangiare come sempre, certo lo infastidiva la nausea e la diarrea che a volte gli sconvolgeva i visceri, ma non aveva avuto tempo né di chiamare il suo carissimo amico medico né di farsi visitare.
Quel dolore era troppo, troppo invadente e prepotente, troppo esigente pareva volesse tutta la sua attenzione.
Il signor Coso un po’ spaventato chiamò di nascosto dalla moglie (il signor Coso non ama farsi vedere sofferente da nessuno da vero uomo qual è), il dottore innominabile rispose ancora gonfio di sonno dicendogli che con un dolore in atto non poteva certo fare la solita diagnosi al telefono e lo invitò ad andare al Pronto Soccorso dove sicuramente avrebbe trovato qualche amico pronto a farlo passare al posto di altri magari in fila da ore.
Allora il signor Coso ancora più spaventato ma sempre evitando di destare sospetti nella moglie decide di chiamare un loro ex amico Salvatore, che comunque gli deve qualcosa non fosse altro che poiché lui ha chiuso un occhio (entrambi in verità) su una certa questione.
Salvatore corre e lo porta al Pronto Soccorso del vicino ospedale, dove tra blatte e malati per terra, lo fanno subito passare.
Il signor Coso spiega i sintomi al medico, che è il cugino del cognato della figlia di zio Gegè, che gli chiede se per caso ha mangiato qualcosa di guasto, ma il signor Coso esclude categoricamente questa possibilità visto che lui mangia nei migliori ristoranti della città o al limite quello che gli prepara la devota moglie che tante cose sa fare in cucina e non solo.
Il medico gli spiega con pazienza che non significa niente dove mangia, se ha il verme solitario, come lui sospetta, potrebbe essere stato infettato da chi ha preparato le pietanze, il cuoco come vettore del verme solitario, hai voglia a mangiare nei migliori ristoranti: basta uno zozzone che non si lava le mani e il signor Coso è servito.
Il signor Coso per qualche tempo seguirà scrupolosamente la cura che gli ha prescritto il medico, che è il cugino del cognato della figlia di zio Gegè, controllerà le feci con maniacale attenzione, arriverà addirittura a dare un nome alle sue deiezioni.
Poco potrà fare per gli altri vermi dei quali ignaro si circonda.