A mio padre
ovvero nuova vita
Mi ricordo pochi volti
di te
ero bambina minuta
e ruvida
e tu mi toccavi
appena e dicevi
“ma non mangia questa
ragazzina ?”
e mi sentivo una
borsa della spesa
vuota.
Cent’anni sono
durati sogni nomadi
in attesa di una lettera
e l’immaginario
volava oltre il mare
tra agrumeti e
la terra salata e nera.
Ora ti riscopro
malato con la morte
in incubazione
e mi si dice che la voce
stentorea è rigata
di nostalgia.
Ora non sei
cent’anni son passati
e non voglio cacciarti
da me ché l’angelo cattivo
deve morire.
Racconteremo insieme
alla luna la storia di
attraversamenti in diagonale:
piume nuove,t’assicuro
mi metterò
addosso.
Tinti Baldini
Per mio padre,ispirata da un pensiero di Maria Attanasio