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16 novembre 2009 1 16 /11 /novembre /2009 08:31

Una vecchietta in jeans

 

 

Il 10 Agosto del 2009 avresti compiuto settanta anni.

Sicuramente ti avrei portato dei fiori e poi tutti insiemi a mangiare una pizza in quel ristorante

che ti piaceva tanto,vicino al mare per non sentire l’afa di un’estate piena già di tanti odori.

Sarebbe stato un bel traguardo per te,dopo tanti affanni ,dopo i figli ,i nipoti e un matrimonio

lungo mezzo secolo di dolore,un dolore taciuto fino a quando non lo abbiamo capito,letto in ogni

ruga sul tuo viso.

Erano strane quelle rughe sul viso e quel viso sul corpo di una ragazzina così agile e libera,così

apparentemente indistruttibile,e quelle mani così grandi che potevano lavorare per ore instancabili a pulire le case degli altri perché noi avessimo un futuro migliore del tuo passato e libero dalle angosce del tuo presente.

Chissà quante risate,i ragazzi che litigano tra di loro,tuo marito che mette il muso perché il servizio è lento e poi lui non ama le feste soprattutto quando non è lui il festeggiato,e tu che lo prendi in giro e lo inviti a rilassarsi un poco e poi dici a noi che per quanto è triste sembra già morto,uno che non sa godere della presenza della sua famiglia non può trovare in te nessuna comprensione,eppure,

l’hai sopportato per tanto tempo.

Hai cresciuto figli, lavato e stirato camice, hai distribuito ceffoni e sciroppo, contestato amori, hai ripetuto con noi lezioni in vista di un esame importante,hai pagato bollette ,unito pranzo e cena con un solo stipendio e quel tuo lavoro ad ore giusto per mantenerci a scuola .

Ti bastava che fossimo sereni, inseriti nella vita ,invincibili  ai tuoi occhi .

Hai gioito del nostro riprodurci, sei stata con noi quando sono nati i nostri figli, presente senza invadenza hai ricominciato a lavare stirare distribuire ceffoni e sciroppo perché era questo che volevi: che la vita chiamasse altra vita.

Indomita sei andata avanti, giorno dopo giorno, contro di tutto e tutti perché non è  così semplice vivere, crescere figli e nipoti, fare la moglie, la madre, l’angelo del focolare che qualche volta vorresti prendesse fuoco, così tanto per gradire, perché qualcosa si muova in giorni che sembrano non passare mai, e poi ti diventano anni all’improvviso, tutti sulle braccia carichi di dubbi e si va avanti.

Poi il destino, Dio o chissà cosa ti ha chiesto il conto anche per quello che non hai avuto mai.

Comincia la sofferenza di una malattia che tu non riesci a capire perché noi cominciamo a mentire, a dirti che è tutto provvisorio, che l’operazione non è stata risolutiva, però va meglio, basterà fare qualche cura, mettersi in fila con gli altri, tutti con i tuoi stessi occhi, tutti a guardarsi in giro per cercare magari quelle risposte alle domande che non riescono più a dare ai figli.

Quanto dolore, un dolore che non si può dire, non si può misurare, un dolore come questo si può solo attraversare, cercando di darsi tutto l’amore possibile vivendo ogni giorno intensamente, senza chiedersi più niente, tentando di non lasciarsi sopraffare dai rimpianti quando come te, non si possono per indole avere rimorsi e morire con dignità senza rancore.

Non ci sarà per te quest’anno festa di compleanno, il tempo si è fermato prima che tu potessi arrivare ai settanta, ed essere una magnifica vecchietta in jeans.

 
Maria

Agosto '09


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commenti

F
<br /> E ti ha lasciato un universo intero da ricordare e tanto tanto amore.<br /> Un sorriso per te.<br /> frantzisca<br /> <br /> <br />
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C
<br /> una tenerezza infinita!...<br /> <br /> <br />
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T
<br /> E' racconto di dolore che riesce a far sorridere ,anzi oltre ,la vecchietta in Jeans che tanto ha dato e tanto riceve...grazie ,quasi ti invidio per ciò che ti ha dato.Tinti<br /> <br /> <br />
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