Malatesta
Quel che mi gira in questa testa
quel fuoco nelle vene
che chiamano follia,
tu che un po’ ti abitui
un po’ fingi che non ci sia,
la voglia di urlare
di spaccare tutto
urlando per tacere il dolore
e non mentire
non tradire
non disperdere il seme
non odiare
nient’altro che il male.
Ma cosa potevo dire
avvolta nella mia croce
di cotone grezzo,
le guance rigate
di lacrime e sporco,
salire e discendere dagli inferi
in pochi istanti,
e muovere le stelle
e l’universo intero
ripetendo nella testa
un verso al giorno
per impararlo a memoria,
uscire dalla follia
ridendo col mondo
del mondo.
L’esistenza di Dio
è visibile nella mia bocca sdentata
sul volto segnato
dall’ultimo calvario.
Pensando ad Alda Merini
25/11/09
M.A