23 aprile 2009
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00:22
Sei stata il nostro faro Madre,
la spiaggia su cui approdavamo
naufraghi della vita,primo pensiero noi
di tutti i tuoi pensieri.
Sei stata roccia e come muschio
Ti siamo cresciuti addosso,
forte come una quercia
ci siamo riposati all’ombra del tuo amore
smisurato per noi
che in te non abbiamo mai
trovato confini.
Sei stata la nostra stella cometa Madre
Aiutaci ora ad attraversare il dolore affinché
la dolcezza latente in ogni pena
Ci renda migliori.
maria attanasio
22 aprile 2009
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Quello che non vuoi dire
e quello che non puoi dire,
quello che resta pietra in gola
e poi graffia anche l’anima,
sei parte di un dolore più grande
che mischi alle parole
che ti vengono leggere,
per farti forte nella giornata
tra medicine e messaggi
espliciti o cifrati
dalla vita per la vita.
Io ci sono
e tu ci sei?
Maria Attanasio
maria attanasio
21 aprile 2009
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23:57
Grazie a chi segue il mio blog,grazie per gli omaggi a Daniela meritati e sentiti.
Grazie a chi passa e non si ferma,grazie ai fedelissimi,Tinti ,Cristina,Marbe,Massimo,Gaetano e tutti gli altri.
Siete sempre con me,nelle mie parole,nei miei ricordi,nel mio dolore.
Grazie perchè in noi e con noi c'è anche chi solo, in apparenza non c'è.
Maria
maria attanasio
21 aprile 2009
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23:51
la vita ci ha diviso,spesso così accade,stesso sangue,stesso cognome,ma poi le strade divergono,non ci si vede più.
A modo tuoi ci hai voluto bene,eravamo tuoi nipoti e sei sempre stato fiero di noi.
Mi facevi ridere,eri contento che io scrivessi e pensavi che avrei fatto grandi cose nella vita.
Tento di vivere come tutti ,come te.
Comunque è andata adesso sei libero,libero come hai sempre voluto essere quando il tempo scorreva veloce e giovane nelle tue vene,ciao Zio...anzi ciao Carmine...Maria.
maria attanasio
21 aprile 2009
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08:56
Essenze di ieri
Ricordo colei
che dal giardino usciva
carica di rose
come da pensiero all'altro
caldo
di soave umanità.
Tra le ribelli ciocche
qualche verde foglia
le prime speranze
ed il crine d'oro scuro
caduta a colorarle.
Canaglia e ingiusto
quanto mai
l'aduggiarsi mesto
d'odierno sorriso
che non emana più
le sue fragranze
all'aroma puro
del bianco gelsomino.
Daniela Procida
maria attanasio
20 aprile 2009
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14:42
Il senso del senso
Soltanto un rifugio,
voce lontana d'inchiostro
che parla silente
ma sparge del senso
il ruggito
che senso non ha.
Daniela Procida
maria attanasio
19 aprile 2009
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E cosa vuoi afferrare senza mani
Mangiare senza denti
E quella terra che amavi
E quel sole che non scioglie il gelo
E quella gola che non sente acqua
E quei figli che non hanno madre
Eppure escono indenni dalle macerie
E tutta quella gente che diventa popolo
Quando vuoi negargli l’istinto e la dignità
Quando prometti un futuro che non sai costruire
Se rifai gli errori del passato
E cosa vuoi afferrare con i tuoi artigli
Se giuri il falso sui figli
E sui morti non tuoi
E quanto puoi durare
Se la morte arriva per tutti
Con la stessa falce
Prima o poi.
Maria Attanasio
maria attanasio
18 aprile 2009
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00:06
Peregrinar di donna
Spargerò gli occhi
alla ricerca di un "te"
su quei rilievi e valli
mai esplorati,
troppo distanti le curve
i pendii montuosi
per riposare sguardi
languidi come sogni
all'alba dimenticati.
Sarò lo sbuffo netto
che mi porterà via
dall'afoso meridione
della mia tristezza,
da qui
o dalle ciglia lunghe
arcuate che amerai
accattivanti
di lento suadere.
Non le tue mani
a decidere
se correre e scaldarsi
sul mio incarnato,
viverne il contatto
come d'organo
si vivono i tasti,
non le nostre mani
disporranno di noi
né la paura di sbagliare,
di meno, l'inutile orgoglio
che a turno riduce al silenzio.
Ma un pensiero dentro
ventoso,
il bisogno d'un drappo
a proteggermi,
tempestosa, raminga
brama di compiermi.
Daniela Procida
maria attanasio
17 aprile 2009
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00:07
Non cambia il volo
del migratore in cielo,
anche se qui si gela
e la terra trema ancora
sotto le tende e dentro,
dentro quante lesioni
che nessuno indagherà,
nessuno chiuderà le crepe
dell’anima di chi
ha seppellito il figlio
ed il futuro,in cambio di un presente
di promesse ipotetiche,
di facili costumi
delle prostitute di corte.
Nessuno può veramente capire
il dolore dell’altro,
anche se a tavola
i gomiti si toccano,
la notte si uniscono i respiri
e non è amore,non è sesso,
è condivisione,sopportazione,
un’accontentarsi per non crollare
come il palazzo
di via XX Settembre.
Qualcuno la notte sognerà
la vita di prima,
solo una settimana fa
e sembra un’altra esistenza;
questo si spera non sia materia
almeno una volta sola
di qualche oscena puntata
di Porta a Porta.
Maria Attanasio
13 Aprile 2009
maria attanasio
16 aprile 2009
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10:07
Gli occhi della donna che non conosco
piantati nella mia schiena
a settecento km di distanza,
pugnali nel mio presente mi fanno capire poco
il futuro e quello che sarà
delle pietre al gelo della notte
della memoria dell’uomo
dischiusa a nuovo dolore;
se mai si troverà un colpevole
che abbia un volto e un nome
ed una pena proporzionata alla colpa
almeno stavolta.
Maria Attanasio
maria attanasio