Tu mi sei
spia di dolore,
di sonno disturbato
pieno di sogni
che virano all’incubo.
Passerà come tutto passa
mietendo vittime,
sfornando illusi vincitori.
Tu mi sei
spia di dolore,
di sonno disturbato
pieno di sogni
che virano all’incubo.
Passerà come tutto passa
mietendo vittime,
sfornando illusi vincitori.
Incanto
Anche tu sei incanto
con le mani cariche di lavoro e vene,
tu che sposti pietre per case non tue,
tu che scegli una mela alla volta
e ne compri tre,
tu che guardi le vetrine
passando oltre,
tu che sai riconoscere la tenerezza dagli occhi,
tu che allo specchio non ti riconosci,
tu che apri lentamente la posta
e c’è , in ogni caso, una sorpresa,
anche tu che leggi rubando minuti al giorno,
tu che metti insieme pranzo e cena con fatica,
anche tu sei incanto, senza retorica.
10
Cosa si può dire a uno che porta in giro le sue corna quasi con spavalderia?
Niente, chi siamo noi per disturbare la pace interiore di chi è così esteriormente tronfio della sua sfortuna?
Certo quel suo girare così contento è impressionante ma non invidiabile, questo si può dire.
Ogni segno che poi si scolora,
la mia bimba che s’innamora,
il pianto di un figlio nella notte
e mia madre che si fatica la vita e la morte.
Un bisogno estremo di serenità
e il denaro che scarseggia sempre,
il pessimismo latente
e l’ottimismo forte nelle gambe.
Davanti al mare e capire pochissimo,
le spalle al sole perché da qualche parte si deve ricominciare,
il verso lungo e libero,
la testa sul cuscino
e a volte non ricordo le parole del Padre Nostro.
La tua voce al telefono fredda
come una notte d’inverno,
il vento che sbatte sulla mia finestra.
Le parole come pietre o piume
ogni cosa dipende,
le “scritte” sulla pelle
povere cose uniche che mi porterò dietro.
600 km . separano la mente da quello che il cuore davvero vuole,
stanotte poi domani per ricominciare,
un giorno alla volta e tutto fa meno male.
Si cerca per tentativi
come un rimedio naturale
per certi dolori mattutini,
si cerca come una virgola
da mettere giusta
in mezzo alle parole,
nei giochi calmi dei bambini,
nell’onda lieve
che arriva sulla spiaggia.
Chi non vorrebbe, almeno per un momento,
essere sereno
come il fiore fiero che nasce dall’asfalto?
Ho ancora tanta vita
tra le mani
da lasciare andare
come sabbia tra le dita
che altri hanno tra i denti.
Squilibri vari
si alternano in noi,
quanto amore ancora c’è
nelle mani giunte
dal petto alle stelle.
Siamo come piante secolari
che non sanno di esserlo,
abbiamo paura di tutto
eppure andiamo incontro
a ogni cosa.
9
Mai idealizzare le persone, si va incontro a una delusione devastante.
Capita a volte che vediamo qualcuno per come vorremmo che fosse e non com’è nella realtà.
Lo costruiamo pezzo per pezzo a immagine e somiglianza di quello che crediamo giusto per noi.
Gli attribuiamo le qualità che vorremmo avesse, ma non ha, nemmeno ha la presunzione di averle.
Succede ai sognatori di idealizzare le persone anche i genitori, il partner, i figli.
È un incauto tentativo di cambiare la realtà quando non ci piace, quando non riusciamo, o peggio, non vogliamo cambiarla.
Sì, la delusione poi è devastante ed è solo colpa nostra.
Mediterranea
Di sabbia e acqua di mare
di vento e spavento vulcanico
pigra e dolente.
Ti puoi fidare o scappare
ti puoi accomodare
dormire tra le mie braccia
come golfo
a contenere le onde
e il riposo delle barche.
Di sole
e l’inverno mi ammala,
di amore fatto e detto
cantato e perduto per sempre.
Di nervi scoperti
di figli andati e tornati
di padroni schiavi e libertà,
di sangue
e pane di fame
sazietà di coscienza
dignità di colpe nascoste male.
Di onestà
di giorni e notti
che devono pur passare
dentro i miei occhi
tra le mie mani.
Sono fatta di fumo
fuoco di passione e lamento
nero e avorio.
Tra cielo e terra
sempre migrante fra la mia stessa gente
Mediterranea.
Di Versi Sospetti Monetti Editore 2016